AQUILINO ABSALON DTXLOLQR YLDDO]DWH ROHJJLRQR WHO ZZZDTXLOLQREL] TXLOD#OLEHURLW
2 /RVWULRGHOODIRUHVWD La bambina aveva poco più di dieci anni, a sentire le vecchie del villaggio. Sembrano pochi, eppure la sua storia si era già persa nel tempo. I ricordi erano confusi, le testimonianze si contraddicevano. / KDQQRWURYDWDLQXQDFXFFLRODWDGLFDQLUDQGDJL«XQDGRQQDPDODWDFKHSRLqPRUWDO KDDEEDQGRQDWDYLFLQRDOSR]]R«HUDVRWWRWHUUDH O KDQQRFDYDWDIXRULFRQOHSDWDWH«A nessuno, d altronde, importava granché né delle sue origini né di lei stessa, che viveva da randagia, trovando rifugio nelle rovine di una masseria distrutta dal fuoco dell invidia. Quelli che si interessavano a lei lo facevano solo per prenderla a sassate e minacciare di darla in pasto ai cani se non si fosse tenuta lontano dal villaggio. Era figlia di nessuno, ed era odiata perché viveva e pensava da senzalegge e aveva sul viso un sorriso sarcastico che non si toglieva di dosso nemmeno quando la picchiavano. Aveva sempre la risposta pronta, la piccola bastarda, e le sue risposte facevano infuriare la brava gente del villaggio, sia quelli che avevano cultura e proprietà sia quelli che vivevano da bestie nella miseria più tetra. La odiavano e però la temevano anche, perché di lei si dicevano cose a voce appena sussurrata e tremante, lo sguardo inquieto a spiare i dintorni, che nessuno sentisse. / KDQQRYLVWDFRUUHUHQXGDFRQOHYROSL«VLqODYDWDFRQLURYLHVL IDFHYD OHFFDUH LO VDQJXH GD XQ OXSR«TXDQGR VL EDJQD QHO ILXPH L SHVFL YHQJRQR D JDOODPRUWL«Perduta, si chiamava. Odio e paura non se n erano stati tranquilli a guardarla crescere, ma più volte avevano tentato di ucciderla senza mai riuscirci, perché Perduta OD SURWHJJRQR JOL VSLULWL GHPRQLDFLGHOODIRUHVWDHVHOHLVWHVVDQRQqXQDVWUHJDDOORUDSHUFKpYLYHIXRULGHOOH OHJJL" SHUFKp KD PDQJLDWR IXQJKL YHOHQRVL H QRQ q PRUWD" SHUFKp q WRUQDWD VX GDO SUHFLSL]LR QHO TXDOH HUD VWDWD EXWWDWD" H SHUFKp GLR VDFUR QRQ YLYH LQ XQD IDPLJOLD FRPHWXWWHOHSHUVRQHSHUEHQH" Quando i bravi abitanti del villaggio la scorgevano in lontananza si facevano tutti il segno di Dio e allungavano il passo per togliersi dallo sguardo di fuoco e carbone della demonia, che con una sola occhiata poteva incenerire il cuore di un uomo.
3 Ma c erano anche quelli che accettavano la sfida e la minacciavano agitando i pugni, e altri che spintonavano via la moglie implorante e si mettevano in caccia come se lassù, tra il fogliame scuro, avessero visto l orso che sbranava le loro pecore e non una bambina che cantava la noncuranza della libertà. Erano molti i giovani che all osteria picchiavano i pugni sul tavolo e facevano gli sbruffoni raccontando di averla quasi ammazzata, quella bestia immonda che se n era scappata via con la loro forca infilzata nella pancia. Perduta, però, sembrava non temere nessuno di loro. Quando c era la fiera mensile e dalle città giù nella valle salivano i mercanti con le loro meraviglie, anche Perduta trotterellava giù per il sentiero con l aria felice, fermandosi di tanto in tanto per saltellare una danza inventata da lei o per fischiare ai merli che saltellavano anche loro, tra i suoi piedi. Raggiunto un posto d osservazione non troppo vicino ma nemmeno così lontano da impedirle di spiare, Perduta si metteva comoda e si godeva le meraviglie delle mercanzie e le voci della gente: le donne avide di comprare le novità, i bambini che neniavano testardi l impazienza o strillavano i capricci, i giovani che si prendevano in giro l un l altro o sparavano smargiassate, gli uomini che contrattavano e gli anziani che scuotevano la testa e mormoravano rabbie o imprecazioni. Se si accorgeva che qualcuno le si avvicinava e le pareva che potesse scorgerla, Perduta scappava via in cerca di un luogo più recondito, ma non troppo lontano. Quel giorno, però, chissà che cosa l aveva spinta a non fermarsi al margine della vita, ma a penetrarla con il suo passo svelto e ardito. Se ne venne giù dalla tenebra del bosco indifferente allo scompiglio che provocava. I primi a vederla furono i bambini 3HUGXWDYLHQHDOYLOODJJLR Le madri li richiamarono subito accanto a loro, allargando le braccia come la chioccia allarga le ali, e poi sussurraronofruuldgluordwxrsdguh I fratelli maggiori fecero da scudo alle madri e scalciarono via i piccoli che volevano fare anche loro i coraggiosi. Intanto le donne nubili corsero senza più fiato dal prete e qualcuna anche dal capo delle guardie, perché una preghiera non sarebbe bastata a scacciare la demonia. Infine arrivarono i primi uomini schizzati fuori dalle osterie e gridarono GRYHFUHGLGLDQGDUHWX Non era una domanda e quindi Perduta non rispose nemmeno e proseguì cantando e ballando. Ma poi un muro di uomini, i visi congestionati per il vino bevuto e le mani strette a pugno,
4 le bloccò il cammino; e allora lei alzò lo sguardo limpido e gli uomini si sentirono tremare dentro. Non parlava mai per prima, Perduta. Parlavano i suoi occhi di acqua pulita, tanto chiari che sembrava esserci solo aria dietro la palpebra; ma il loro linguaggio nessuno lo conosceva e anzi nei due cieli che aveva in faccia la gente leggeva solo il terrore dell abisso. 9DWWHQH Quante altre volte aveva sentito quella parola? Ogni volta che aveva incontrato un abitante del villaggio. 9DWWHQHYDWWHQHYDWWHQH«La parola si incatenava a sguardi di odio e paura, a gesti minacciosi, a voci di tempesta. C è il mercato disse Perduta. Un brivido attraversò i cuori degli astanti. Era l effetto della voce, una voce più rauca della carezza di un rospo. 9DWWHQH1RQqSHUWHLOPHUFDWR Ho di che pagare aggiunse Perduta, imperturbabile. Tese il braccio e aprì la mano. Ci brillavano sassolini d oro. Un fremito di stupore fece ondeggiare la folla. Qualcuno si fece avanti a spintoni, seguito da altri come lui: mercanti. Che cos hai, lì? domandò il primo. Perduta alzò le spalle e si mise a fischiettare, continuando a tendere la mano aperta. Le donne si premettero la mano sulla bocca. Dai sassolini irradiavano dardi di sole accecanti. È oro mormorò con la gola asciutta uno dei mercanti, il più anziano. Perduta ritrasse il braccio, ma allo stesso tempo allungò l altro, aprendo la mano per mostrare sassolini bianchi, rossi e verdi. Vi sta incantando tutti, la demonia, vi sta spiritando l anima gridò con voce rotta una donna che però fu spinta indietro da un folto gruppo di altri mercanti che un garzone era corso a chiamare: XQDUDJD]]DKDO RUR Diamanti, rubini, smeraldi mormorò trasognato un altro mercante. Nell attimo di silenziosa contemplazione del tesoro che nessuno dei presenti aveva mai visto tanto splendente, si udì la voce raspante di Perduta. Bastano per comprarmi qualche cosa? Nessuno ebbe il tempo di risponderle. La folla si fendette, volarono al cielo imprecazioni e minacce e poi il prete riuscì finalmente a conquistare la prima fila,
5 mentre due guardie lo spalleggiavano e facevano allontanare i più importuni a colpi di bastone. Vattene, Perduta, figlia dell oscurità e dell ignoranza, ritorna nel tuo covo senza Dio perché qui non c è posto per te! tuonò subito il prete allungando le braccia davanti a sé con le mani aperte come se volesse fermare una minaccia. Un mormorio cupo ronzò in aria. Gli uomini del villaggio, che poco prima si erano lasciati spingere indietro dai mercanti ai quali portavano rispetto, ora si insinuarono usando anche la prepotenza, sentendosi in diritto di mettersi al fianco del loro prete e di proteggerlo dalla demonia. Le guardie bastonarono ancora qualcuno, ma il prete le fulminò con un occhiata che le fece desistere da ulteriori violenze. Perduta faceva saltare pepite e gemme da una mano all altra, trasognata. Occhi avidi seguivano il gioco. Il prete fece un cenno alle guardie per assicurarsi che fossero pronte. Le guardie sembravano sicure di sé, ma erano solo due. Un villaggio così piccolo non ne avrebbe ottenute di più nemmeno se fosse stato assediato dagli eretici; e ambedue tremavano in segreto al pensiero di dover affrontare la demonia. Se gli occhi dei mercanti balzavano agili dalle pepite alle gemme, quelli degli abitanti del villaggio scivolavano dal prete alla demonia, in attesa delle mosse successive. Molti di loro avevano perso la baldanza e cominciavano a pensare che forse non era prudente affrontare la demonia a viso aperto, anche se aveva l apparenza di una bambina indifesa. Qualche moglie strattonava infatti il marito per la giubba YLHQLYLDDQGLDPRDFDVDFKHVHODVEULJKLQRORURQRLFKHFRVD F HQWULDPR" Ma altre si guardavano attorno come tigri in procinto di balzare sulla preda e loro invece eccitavano gli uomini con parole violente. Gli abitanti del villaggio si stupirono della forza espressa dal loro prete, che di solito non riuscivano mai a stanare dalla canonica, a meno che non gli si prospettasse un lauto guadagno o un banchetto a spese dei suoi fedeli. Se non te ne vai, subirai le conseguenze della tua impudenza eretica! sibilò il prete concludendo la frase con voce stentorea, affinché tutti sentissero la parola terribile che aveva pronunciato. Teneva la testa alta e sul viso aveva un espressione sprezzante, come se a lui la ragazza dovesse una sudditanza che invece gli rifiutava.
6 Un vociare cupo sorse dalla folla. (UHWLFD Non era solo una demonia, quella, non era solo una maledetta che praticava chissà quale magia oscura, ma era anche una ribelle che voleva distruggere il mondo. Era un assassina! Perché era scesa fin dentro il villaggio? Non aveva mai osato, prima di quel mattino. Che cosa aveva in mente? Massacro e distruzione, ecco che cosa voleva! Una corrente d odio passò da persona a persona e ormai più nessuno vedeva davanti a sé solo una ragazzina dall apparenza innocua. Tutti vedevano un mostro temibile e sembrava che solo allora notassero la pelle cerea, gli occhi liquidi e obliqui, le orecchie affusolate e l asciuttezza della carne muscolosa, come se gli arti fossero giovani rami di quercia. Le guardie fremevano. Erano uomini non più giovani e avevano accumulato una certa esperienza partecipando a scorrerie contro presunti eretici che si nascondevano sui monti. Ne avevano ammazzati alcuni, anche. Anziani vagabondi con la mente confusa, più che altro. Ma quella ragazzina Era davvero un eretica e per di più una demonia che poteva magari fulminare una persona con un solo guizzo dello sguardo acquoso? Le loro mani stringevano nervose le spade e dalle lame affilate attinsero sicurezza: nessuna pancia aveva mai resistito a una stoccata feroce. Il prete raccolse le braccia contro il corpo e unì le mani in una stretta tremante sotto il mento, chinò il capo e chiuse gli occhi. Dalle labbra sottili fiottò fuori un fitto mormorio: pregava. Poi levò le braccia al cielo e comandò, con voce secca: Prendetela! Le guardie scattarono in avanti, buttarono a terra Perduta e la rivoltarono a pancia in giù; e mentre uno dei due uomini le torceva le braccia dietro la schiena, l altro le puntava la punta della spada sul collo, disegnando un ghirigoro di sangue. Perduta, dopo il primo attimo di smarrimento, si dibatté come un pesce preso all amo, ruggendo e scalciando, tentando invano di liberare le braccia, lanciando minacce e imprecazioni che fecero impallidire le donne. Era proprio quello che volevano i soldati: un pretesto per infierire su di lei. La volevano incatenata e con un cappuccio sulla testa, meglio ancora se morta, così non ne avrebbero avuto più paura. E ovunque si sarebbe parlato di loro TXHOOL FKH KDQQR DPPD]]DWR OD GHPRQLD e le donne se li sarebbero contesi. Colui che l aveva punzecchiata con la spada le mollò un pugno in faccia. Un dolore intenso annebbiò la vista della bambina; la sua testa picchiò contro un sasso. Perduta
7 non perse i sensi, ma si trovò a galleggiare su un letto di rovi. Ora nello sguardo aveva una paura disperata. Un filo di sangue le gocciolò giù dalla congiunzione delle labbra. Aveva in bocca un sapore aspro e dolciastro insieme, ed ebbe di colpo voglia di chiudere gli occhi e addormentarsi, così l incubo del giorno sarebbe scomparso. Scossa da un tremito incontrollabile, gli occhi sbarrati dal terrore, la bocca si dischiuse per lasciare uscire una voce ancora più rauca, che diede i brividi a tutti coloro che ebbero la sventura di sentirla. 3HWWLURVVRVHLIHULWR F qghovdqjxhvxowxrshwwr PDGDTXLQRQVHLSDUWLWR VHQWRLOFDQWREHQHGHWWR 3HWWLURVVRVHLSDUWLWR WURSSRVDQJXHVXOWXRSHWWR PDFROXLFKHWLKDIHULWR VLDSHUVHPSUHPDOHGHWWR Le madri si fecero il segno di Dio e lo fecero ai figli. Una nube velò il sole. Un soffio d aria fredda fece rabbrividire i cuori. La gente si scostò. I bambini più piccoli scoppiarono a piangere. Da lontano giunse il belato desolato di una capra. Ascoltate! gridò il prete. Ho appena saputo che il nostro villaggio ospiterà un personaggio importante. Egli è a capo della Santa Inquisizione 0RUJDQ pensarono tutti. Un nome che incuteva rispetto e terrore. Una sua parola e chiunque poteva scomparire nel nulla. Ora gli abitanti del villaggio avevano un motivo in più per avere paura. Le visite di Morgan non portavano che orrori e lutti. A volte bastava poco per essere sospettati di eresia e allora la verità veniva affidata alla tortura. Sapeva già dell esistenza della demonia? Era per lei che aveva fatto un viaggio tanto lungo? E se al contrario non ne sapeva niente, che cosa sarebbe successo se l avesse incontrata? Se la sarebbe presa con il prete. E magari con tutti loro. Avrebbe messo sotto inchiesta il villaggio accusando i suoi abitanti di avere protetto un eretica. a lui consegneremo Perduta, perché così è giusto. Era una condanna a morte, lo sapevano tutti. Ma la morte di Perduta avrebbe salvato il villaggio.
8 Portatela in prigione comandò il prete. Che nessuno parli con lei o anche lui sarà sospettato. Che nessuno nemmeno le si avvicini. Perduta nel nome e nei fatti, ecco che cos è questa creatura maligna dall aria innocente. Non c era una vera e propria prigione, al villaggio. Ma di fianco all alloggiamento delle guardie era stata aggiunta una stanza senza finestre, con un unica porta di ferro dotata di una feritoia. Là si diressero le guardie, seguite da un corteo di uomini con l espressione falsamente baldanzosa e da qualche donna che voleva essere testimone fino in fondo dell avvenimento, anche se in cuor suo le mancava il respiro; ma era proprio quello che cercava: un terrore domato, perché lei era dalla parte del giusto e il mostro che aveva minacciato il villaggio sarebbe stato annientato. I ragazzi si tenevano a una certa distanza ed erano stranamente tranquilli. Nessuno di loro urlava oscenità o tirava sassi all eretica, ma tutti la fissavano affascinati, ora che sembrava proprio solo una ragazzina ferita e terrorizzata. Il prete si mise alla testa del corteo, intonò un inno e la folla si aggiustò in una processione ordinata che mandava al cielo un inno di ringraziamento per il pericolo scampato. Quando, però, la prigione fu in vista alcuni smisero di cantare e superarono le persone che avevano davanti per guadagnare un buon punto di osservazione, mentre un cicaleccio aspro prendeva sempre più forza. Il prete si fermò e alzò un braccio per imporre il silenzio. Sono tempi di pericoli e sofferenze disse con tono grave. Il male ci minaccia sempre più da vicino e oggi è toccato a noi affrontarlo. La demonia che si era sempre tenuta lontano dal villaggio ha sferrato il proprio attacco. Che cosa intendeva fare forse non lo sapremo mai. Ma una cosa è certa: veniva a portare lutto e distruzione. Ammazziamola subito! gridò un uomo che traballava per il vino trangugiato. Si levarono altre grida, che sbocciavano da un substrato cupo, un mormorio minaccioso e nero. La folla spingeva per chiudere la demonia in una morsa mortale; gli strilli acuti delle donne si levarono alti nel cielo. Confusi nella calca i mercanti allungavano il collo: che fine avrebbero fatto le pietre preziose? Il prete lasciò che gli animi si sfogassero, poi gridò: Perduta appartiene all inquisizione, ora! Nessuno osi reclamarla per sé o se la vedrà con l inquisizione stessa! Bastò quello per riportare una calma relativa.
9 Perduta fu scaraventata nella cella, la folla si disperse in un clamore che si affievolì solo quando la zona ritornò finalmente deserta. Allora il silenzio recitò la condanna e Perduta per un attimo si sentì morta, ma solo per un attimo, perché nella sua mente guizzò una luce che fugò tutte le ombre. Era lui, lo strio della foresta. 9LHQHDVDOYDUPLpensò con gioia. 1RQ PL KD DEEDQGRQDWD OXL YLHQH SHU PH SHU VDOYDUPL Si lasciò sfuggire un singhiozzo di felicità. Non aveva mai davvero incontrato lo strio, l aveva solo percepito, una presenza quieta e curiosa, che non le aveva mai dato disturbo. Si guardò attorno e rabbrividì. La cella metteva paura. Era già una tomba, per quanto era buia e fredda. /D JHQWHqFDWWLYD, pensò. Ma le labbra le si piegarono in un sorriso. 0HQHDQGUzFRQOR VWULRHVWDUzFRQOXLSHUVHPSUH Sospirò. Le faceva male la ferita sulla testa. La sfiorò con un dito, ritrasse la mano insanguinata. Il viso ardeva come se sotto la pelle le avessero appiccato il fuoco. Un dente dondolava. Sospirò ancora. Non era mai stata tanto stupida da sfidare la gente del villaggio. Lei alla fiera! A comprare che cosa, poi, che non aveva bisogno di niente? Che cosa le era venuto in mente? Sorrise e scosse la testa. Per un po era stato bello, fin quando non l avevano circondata minacciosi. Dopo no, dopo aveva avuto paura. Ma quando aveva mostrato i sassolini gialli, rossi e verdi e negli occhi dei mercanti aveva colto un lampo di interesse, allora si era sentita meno sola, perché qualcuno si interessava a lei, ma non per legarla a un tronco secco e darle fuoco. L avevano guardata come se lei avesse un grande valore, e forse desideravano solo rapinarla, magari dopo averla uccisa. Bene, sarebbe morta come tanti altri esseri umani, uccisi dall avidità. Non sarebbe morta come un mostro. * Trascorse del tempo che a Perduta sembrò un eternità e poi finalmente sentì scorrere il catenaccio. Rimase immobile, ma era pronta a tutto: a urlare e scalciare e mordere, se fossero venuti per ammazzarla; ma anche a correre ad abbracciare lo strio. Le mancò il respiro. Era la guardia che le aveva mollato il pugno in faccia. L uomo se ne rimase lì in piedi a fissare la demonia. Perduta non alzò lo sguardo, ma lo vedeva lo stesso in tutti i suoi dettagli di soldato rozzo e violento, che aveva cicatrici su tutto il corpo, strappi negli indumenti, i capelli arruffati e unti, la puzza di caprone. Ma c era qualcosa di strano, che si manifestava in una mimica facciale insensata. L espressione mutava in continuazione, quasi una comica. Ma chi l avesse visto in quel momento ne avrebbe ricavato un disagio profondo, da prendere subito le distanze. Che
10 cosa succedeva dentro l uomo che poco prima voleva ucciderla e che ora sembrava impacciato e insicuro? Va dai, su va disse la guardia con voce brancolante. Ora si dondolava sui piedi, a testa bassa. Perduta si alzò lenta, cauta, il cuore le batteva forte. La porta è aperta va va via per sempre, però, che qui non c è mica niente di buono per te. Dopo queste parole la guardia non disse nient altro, non si mosse più, sembrava che si fosse addormentata in piedi, la testa crollata sul petto. Perduta le girò intorno tenendosi sempre a distanza, per quanto glielo consentisse la ristrettezza della cella. Passo dopo passo, come la volpe liberatasi dalla tagliola, incredula e ancora restia a darsi alla fuga, raggiunse la soglia, la superò, spiò i dintorni quasi che temesse un inganno, e lo vide subito. Non aveva dubbi su chi fosse il ragazzo che sembrava aspettarla. Stava al limitare del bosco, confuso tra le ombre e le luci delle fronde attraversate dal sole. Perduta non indugiò oltre. Attraversò svelta la strada, stupita che l animazione di poco prima si fosse spenta del tutto e che in giro non ci fossero più che due cani randagi che nemmeno si interessarono a lei; s inerpicò su per la ripa, agile come una gatta e si parò dinanzi allo strio. Era un ragazzo poco più grande di lei. Perduta si incantò a guardarlo. Non aveva l espressione stupida dei ragazzi del villaggio. Oh, si vedeva che era furbo! Era vestito in un modo strano, un po come lei. Indumenti aggiustati più volte, di un colore ormai indefinibile. Aveva i capelli lunghi sul collo, colore delle castagne. Gli occhi verdi come le foglie in primavera. Teneva lo sguardo fisso su di lei e l espressione era divertita e incuriosita. Facciamo un pezzo di strada insieme? le domandò. Perduta riuscì a rispondere solo con un cenno, come se avesse un sasso in gola. Era bellissimo, lo strio. Ma sarebbe rimasta muta in adorazione anche se fosse stato uno sgorbio. Lui si voltò agile e si avviò lungo il sentiero che affondava tra le felci. Dopo pochi passi furono ingoiati dal rigoglio della vegetazione e il villaggio scomparve. Perduta si rilassò. Niente più grida di morte, solo canti di uccelli. L avrebbero inseguita? No, lo strio aveva fatto un incantesimo e nessuno avrebbe dato la caccia alla demonia in fuga. Che incantesimo aveva fatto? Forse aveva tramutato gli abitanti in
11 rospi. Poi sarebbero arrivate mille cicogne e li avrebbero divorati tutti. E i serpenti avrebbero invaso le case, mentre i cinghiali Io vado di là disse all improvviso lo strio. Bada di non metterti ancora nei guai. Perduta stava combattendo per sputare il sasso che aveva in gola. Ci riuscì appena in tempo, perché lo strio stava già scomparendo nel chiaroscuro di una faggeta. Grazie, strio! esclamò con voce strozzata. Il ragazzo si fermò, si voltò e domandò: Come mi hai chiamato? Tu sei lo strio! Ma lui scosse la testa e con un lampo negli occhi verdi esclamò: Il mio nome è Absalon. Prima che scomparisse, Perduta fece in tempo a gridargli: Io non ti lascerò più. Sarò sempre accanto a te, strio, perché tu hai salvato la mia vita e ora non sono più sola, ho te che devo proteggere e salvare come tu hai fatto con me, ma non preoccuparti, non ti darò fastidio, tu non ti accorgerai nemmeno di me, strio! La voce corse avanti, affannata; circondò il ragazzo e si avvolse stretta a lui, poi tornò da Perduta, sottile come il gemito nel sonno di un neonato; e si estenuò nella luce che le brillava negli occhi. Non era più sola! Non era più sola! Corse via a zig zag, una lepre ebbra di libertà. Ma i suoi passi non l avrebbero più portata a caso nelle regioni più fosche e deserte del bosco. Ora Perduta aveva una direzione da seguire.